TEMPO PER GLI SBAGLI

 

Gli sbagli ci insegnano a vivere, aggiustando le nostre capacità, ci forniscono l'esperienza necessaria per imparare a scegliere, a decidere, a sopravvivere! Velano i rimossi del subconscio, ci regalano informazioni sulle reticenze del nostro linguaggio quotidiano: gli errori dicono sempre di più di quanto vorremmo sapere. È solo sbagliando che impariamo: non c'è altro modo, nessuna altra maniera! Può apparire quasi perverso, ma è interessante maturare la capacità di sopportare (accettare) i propri errori. (Roberto Freak Antoni)

Il progetto consiste in una riflessione pittorica sull'errore e nasce da una collaborazione con il centro di clinica psicoanalitica Dedalus di Jonas . Leggendo le frasi di Freak Antoni ho subito pensato alla pittura, a quel processo creativo che ti porta a fare dei segni su una superficie per poi negarli, coprirli o farli riaffiorare inaspettatamente. Una ricerca che continua fino a quando, improvvisamente, ti rendi conto che la cosa “ti suona”.
Solo allora ti fermi perché per te, finalmente, la forma funziona.
La superficie sulla quale spargi il colore custodisce i tuoi errori preziosamente e quando cancelli qualcosa, magari con un colpo di straccio, sai che quel qualcosa riaffiorerà e forse, se troverai come, potrà arricchire la forma che stai abbozzando. Una parte incompleta, un vuoto, una cancellatura, nell'economia del dipinto, diventano un pieno, una scelta, a volte fortemente espressiva.
In questo processo creativo ci sono anche momenti intermedi. Momenti in cui potresti fermarti: tutto sommato potresti accontentarti del quadro così com'è, ma invece decidi di rovinare tutto con quella pennellata “sbagliata” che metterà di nuovo a rischio l'equilibrio raggiunto. Proprio quella pennellata, però, ti permetterà di raggiungere un nuovo risultato e di trovare una nuova forma... la tua!

 


Tempo per gli sbagli, tecnica mista, 125 x 90 cm

 

 


Tempo per gli sbagli, tecnica mista, 125 x 90 cm

 

 


Tempo per gli sbagli, tecnica mista, 135 x 90 cm

 

 

 

 

LE CONSEGUENZE DEL PIOMBO

 

LE CONSEGUENZE DEL PIOMBO SI SCIOLGONO NEL DESTINO


Leonardo Da Vinci vedeva alberi, paesi, battaglie e tante altre immagini nelle macchie che trovava sui vecchi muri. Shakespeare vedeva draghi e altri animali nelle forme delle nuvole. Bernardone non vede niente altro che nuvole nelle nuvole e macchie nelle macchie.

(Bruno Munari, “Arte come Mestiere”, 1966)


Le conseguenze del piombo è un’azione pittorica e performativa ispirata a una diffusa tradizione rurale e pagana che risale alle pratiche divinatorie anticamente legate alle feste orgiastiche del solstizio d’estate. La notte di S. Giovanni le ragazze innamorate usavano fondere pezzi di piombo o cera al fuoco dei falò per cercare di indovinare le sembianze o il mestiere del futuro marito interpretando la forma che questi materiali assumevano quando venivano raffreddati con un getto d’acqua.

Chiara Soldati si sottopone a questo rito e lascia che le forme derivate dalla fusione di frammenti di piombo le suggeriscano nuove immagini mentali per sperimentare su se stessa le dinamiche del ricordo e della proiezione. Un rito è tale solo se efficace e il potere di questa pratica è quello di attivare nuclei immaginativi forse preclusi a un’interrogazione razionale. Si dice che chi cerca trova, ma il proverbio si dimostra vero solo se chi cerca qualcosa all’esterno ne ha già una parte dentro di sé: l’intento di questo progetto è trovare una via d’accesso all’altra parte, quella più riposta in cui il desiderio incontra le sue proiezioni e il dubbio diventa materia densa e plasmabile. Pennellate decise fanno allora emergere i volumi come punti dolenti, percorrono le superfici senza tornare su se stesse, sovrappongono velature come se fossero domande, talvolta si fanno liquide e trasparenti per trattenere un gesto o un’assenza.

Il nostro immaginario invaso dalle sollecitazioni della vita contemporanea è ancora in grado di abbandonarsi alla misteriosa ineluttabilità del destino? È possibile per l’artista immergersi nel flusso della sua ispirazione con la stessa fiducia delle ragazze che cercando l’altro da sé trovano la completezza di un’immagine di sé inscritta nel mondo? Ancora una volta la pittura non può offrire risposte ma solo altri enigmi, che affiorano dal fondo indistinto delle nostre percezioni per coagularsi sulla tela in abbozzi smaltati di fisionomie e condizioni esistenziali.


Emanuela Zanon

 


Le conseguenze del piombo , fusione | Le conseguenze del piombo, olio su tela, 30 x 24 cm

 

 


Le conseguenze del piombo , fusione | Le conseguenze del piombo, olio su tela, 30 x 24 cm

 

 

Le conseguenze del piombo, olio su tela, 30 x 24 cm

 

 

Le conseguenze del piombo, olio su tela, 30 x 24 cm

 

 

BLUEBACK

(…) una successione di ritratti monocromi fissati in primo piano. Tracciati liquidamente, abbozzati, velati, replicati in sequenza gli uni accanto agli altri, essi appaiono come un diario di espressioni, un alfabeto cognitivo, esito dell’osservazione dell’aspetto e dell’identità speculare dell’altro, in una raccolta emotiva dell’immagine di persone conosciute all’artista. Sono impressioni bluastre fermate temporaneamente su vetro, specchi, carta da manifesto: supporti effimeri, fragili, destinati a perdersi, a variare, ad alterarsi nel tempo. In un’alternanza di percezioni visive e mentali, di acquisizioni e di perdite, di trattenimenti e frantumazioni della forma, dell’apparenza, in un costante e vano tentativo di fissare l’immagine visiva nello sguardo e nella mente, il riproporsi invece sfuggente ed inevitabile dell’assenza dell’altro e di sé, lo consegna ad una presenza emotiva eterna.

 

Grazia Tassi

 

 

Blueback, china su carta, 15 x 20 cm

 

 

Blueback, china su carta, 15 x 20 cm

 

 

Blueback, china su carta, 15 x 20 cm

 

 

Blueback, china su carta, 15 x 20 cm

 

 

SAPRÒ RICORDARTI?

 

Chiara Soldati interpreta l’assenza proponendo all’osservatore di partecipare all’esperienza della difficoltà di ricordare i lineamenti di chi non abbiamo davanti agli occhi. Specchiandosi nelle lastre di metallo e quindi allontanandosi, il volto stesso dello spettatore non lascerà traccia di sé, come indefiniti, senza memoria, sono i ritratti che costituiscono l’opera.

 

Grazia Tassi

 

 

saprò ricordarti?

 

 

Saprò ricordarti (dettaglio), smalto su tela, 20x15cm

 

 

Saprò ricordarti (dettaglio), smalto su tela, 20x15cm

 

 

Saprò ricordarti (dettaglio), smalto su tela, 20x15cm

 

 

Saprò ricordarti (dettaglio), smalto su tela, 20x15cm

 

 

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